La seguente tesi nasce dalla motivazione di rendere visibile l'attivita' musicale nel campo della produzione sonora non codificata, riconoscendo ad essa una valenza educativa, e tenta di dare altresi', un fondamento a quanto e' stato affermato nel campo della pratica con il linguaggio non codificato, sia da un punto di vista teorico sia di continua ricerca. Durante la frequenza del corso abilitante per le classi di concorso A032 e A031, realizzato presso il Conservatorio "F. Morlacchi" di Perugia, ho avuto modo, attraverso la materia Metodologia e didattica dell'educazione musicale tenuta dalla Prof.ssa A. M. Freschi, di esperire un'attivita' di "grafizzazione" dei progetti informali, confermando con essa le personali convinzioni sulle potenzialita' integrative oltre che formative della pratica.
In questa tesi si fa riferimento ad una pratica musicale come strumento didattico interdisciplinare poiche' e' presente non solo per i suoi autonomi valori culturali ma anche per sollecitare lo sviluppo nell'allievo:
- del pensiero divergente controllato (pensiero esplorativo);
- delle più generali strutture logiche del pensiero e della comunicazione;
- di un atteggiamento analitico – produttivo nei confronti di un qualunque ambito culturale;
- della disponibilita' al confronto, alla discussione, alla "relativizzazione" del proprio punto di vista;
- della capacita' di integrare il proprio lavoro personale in un progetto collettivo;
- della capacita' di costruire, analizzare, modificare progetti.
Nel primo capitolo l'argomento trattato e' la pratica compositiva di base con i suoni non codificati (informali), che viene affrontato attraverso l'esperienza del silenzio e la "grafizzazione" dei progetti informali.
Nel secondo capitolo viene affrontato il percorso legislativo relativo all'integrazione scolastica. Ho ritenuto opportuno seguire il percorso legislativo attraverso il quale ai soggetti diversamente abili e' stato garantito l'inserimento e l'integrazione nella scuola di tutti, riconoscendo loro il diritto all'educazione e all'istruzione, a testimonianza del riconoscimento della diversita' quale elemento fondante il genere umano. Nelle conclusioni finali e' riportata un'ulteriore riflessione sul ruolo dell'insegnante di musica ai fini dell'integrazione scolastica, mettendo in luce la musica quale strumento per raggiunge questa finalita'.
La societa' attuale impone dei modelli e dei ritmi di vita cosi' elevati che sono spersonalizzanti e condizionanti soprattutto per i ragazzi più deboli. L'insegnante dovrebbe riflettere a lungo e con estrema attenzione sui punti forti e deboli dell'essere insegnante e certamente un punto di forza del mio agire e' quello di puntare sulla socializzazione.
E' indispensabile rendere efficace la comunicazione, saper gestire i conflitti all'interno del gruppo classe, cercare il benessere psicologico degli alunni con lavori di gruppo che facciano loro capire che la collaborazione e' necessaria e importantissima per il raggiungimento di un obiettivo comune nel rispetto di se' e dell'altro.
Quale mezzo di comunicazione migliore della musica per sviluppare il senso di cooperazione e di socializzazione? Con lavori di gruppo basati sull'ascolto, sull'invenzione e sulla produzione musicale, si promuovono le abilita' sociali utili per il futuro di ogni ragazzo che sara' il cittadino di domani. Inoltre il soggetto in questo nuovo millennio e' sempre di più proiettato verso il mantenimento d'alcune certezze, come ad esempio lo spiccato individualismo, che se da una parte designa la più bella conquista della civilta' moderna, con cui l'uomo ha il diritto di scegliere da se' il proprio modo di vita, di decidere in piena liberta' di coscienza quali convinzioni abbracciare, dall'altro cela il lato oscuro del suo stesso significato. Infatti, l'individualismo porta il soggetto a proiettarsi sull'io, che nel tempo appiattisce e restringe la personale vita, ne impoverisce il significato, e lo allontana dall'interesse per gli altri e per la societa'. (Taylor, 2002).
"L'integrazione come sviluppo, crescita, compimento della persona e del gruppo umano, comporta senso di appartenenza, convivenza di tutti in condizione di parita', di condivisione. L'integrazione e' educazione, animazione, e in moltissimi casi la più potente forma di terapia".
|